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6 years ago

THE JAGUAR #01

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In questo numero torniamo ai massimi livelli di automobilismo, ma non in modo convenzionale, e così facendo diamo una spinta allo sviluppo dei propulsori elettrici. Presentiamo inoltre la nostra Jaguar I-PACE Concept, un nuovo rivoluzionario modello prenotabile adesso e pronto alla consegna nel 2018.

FORMULA E e vengono

FORMULA E e vengono trasportati in loco ad ogni gara per produrre più dell’energia necessaria a mantenere cariche tutte le 20 vetture da corsa. Riuscire ad alimentare elettricamente le vetture convenzionali significa dissipare i problemi cruciali, come l’ansia da autonomia della batteria, nonché rendere questa fonte energetica il più possibile inattaccabile. Mentre lo sport anela a guadagnare la credibilità del pubblico dell’automobilismo, abituato al chiasso della combustione interna, il significato della Formula E per Jaguar è più che lampante. Non si tratta solamente dello spettacolo che offre l’automobilismo, ma piuttosto di un’etica aziendale all’insegna del principio “Race To Innovate”, secondo la quale si utilizza il campionato come piattaforma per supportare lo sviluppo delle vetture elettriche stradali di nuova generazione. Un’altra area cruciale è costituita dall’acquisizione dei dati: durante un incontro di Formula E, ogni batteria registra all’incirca 1 GB di dati al giorno ed è in grado di documentare anche 500 canali di dati fino a 1.000 volte al secondo. Ecco altri curiosi aneddoti: ogni elemento della batteria contiene 25 volte più energia e può fornire 400 volte più potenza di quello di un comune telefono cellulare; le batterie in sé sono in grado di alimentare uno smartphone per 4.745 giorni consecutivi e racchiudono la stessa quantità di energia di 10.000 pile alcaline convenzionali AA. “Molte delle nozioni di cui disponiamo oggi sulla combustione interna affondano le loro radici nel passato, ciò che costruiamo oggi si basa sul lavoro dei nostri antenati”, afferma McNamara. “In termini di batterie siamo ancora agli esordi, ci stiamo facendo domande su come raffreddarle al meglio, su cosa succeda veramente all’interno di quegli elementi. Si tratta di un’area molto complessa e stimolante e non esistono ancora tante soluzioni verificate”. Richard Devenport, un responsabile della ricerca per Jaguar nella Formula E, è convinto che il punto di svolta nell’elettrificazione sia imminente e riprende le tesi espresse da McNamara. “L’automobilismo è ed è sempre stato il motore dell’innovazione. Non abbiamo anni ed anni di esperienza nei motori elettrici. Per la combustione ci rifacciamo a 120 anni di sviluppo, ci si ripete e si progredisce. Vivo in tempo reale ciò che sta succedendo in Jaguar. Non aspetto la fine dell’anno per scrivere un rapporto. Se ne vale la pena, sono reperibile il giorno dopo”. Continua Devenport: “Questa tecnologia si sta muovendo molto rapidamente. Pensiamo a come i telefoni cellulari cambiarono nei primi anni Novanta e alle migliorie che vennero apportate in quegli anni. Questa è la situazione attuale dei veicoli elettrici. Si arriverà al punto in cui l’autonomia della batteria verrà ottimizzata. A quel punto scomparirà la cosiddetta ansia da autonomia e ci si concentrerà di più sul Gerd Mäuser (in alto a sinistra) Presidente della scuderia Panasonic Jaguar Racing con il pilota Mitch Evans e James Barclay (in alto), Team Director, osservano il debutto del team discorso della guida e della riduzione del peso. I prossimi anni saranno assolutamente avvincenti”. In fin dei conti però si tratta di una serie automobilistica composta da 20 gladiatori che cercano di spiazzarsi a vicenda affrontando un cangiante contesto fatto di numerose variabili. “I piloti hanno molto da fare in macchina”, racconta James Barclay, team director. “Devono essere i più veloci e raggiungere i loro obiettivi in termini di energia: è questo il vero trucco in questo campionato. Quest’anno ci sarà più “rigenerazione” ed essere veloci durante questa fase può risultare difficile perché si esercita più resistenza sull’asse posteriore. È paragonabile ad avere troppa tendenza frenante sul retro. Esistono in sostanza tre modalità: si può dare un’accelerata e mettere in folle, recuperare energia in fase di frenata oppure premere una leva per avviare la rigenerazione. Il pilota deve sviluppare la miglior tecnica di sorpasso o di difesa mentre è alla guida su una strada accidentata”. Innovativa. Elettrizzante. Competitiva. La Formula E è tutto questo. FOTO: SPACESUIT, LAT 40 THE JAGUAR

AL VOLANTE IN FORMULA E: DUE ANNI FA, LO SCRITTORE JASON BARLOW EBBE L’ONORE DI GUIDARE IN ESCLUSIVA UNO DEI PRIMISSIMI PROTOTIPI DI FORMULA E. REGGETEVI FORTE! Lo ammetto, è tutto molto strano. All’inizio, come in ogni auto da corsa moderna, la cintura, il casco, il sistema HANS e le pareti protettive dell’abitacolo vi trasmettono una forte sensazione di claustrofobia. I movimenti fisici sono estremamente limitati. Ma nella Formula E, l’aspetto strano compare in maniera imprevedibile: con l’elettricità. La batteria della vettura è rinchiusa all’interno di un intelligente vano in carbonio ed è dotata di un sistema di sicurezza a tre strati. Una luce verde dinnanzi a me diventa rossa se le cose non funzionano e, in questo caso, devo uscire dalla parte anteriore e saltare giù. Fate tutto ciò che volete e non dimenticatevi le lezioni di fisica, d’accordo? Si diventa un tutt’uno rapidamente. Il volante è dotato di un display con LED lampeggianti che sorveglia i sistemi della vettura, la velocità e il delta del giro. Al di sotto di questo c’è una serie di manopole girevoli, la più importante delle quali serve a rimappare la centralina elettronica e raggiungere la piena potenza nelle qualifiche di 200 kW, oppure i 170 kW in gara. È saggio iniziare con quest’ultima, lo ammetto. Questo prototipo pesa all’incirca 950 kg, con me a bordo, una velocità sufficiente per rimanere totalmente concentrati, in particolare nelle volate e nei saliscendi di Donington. Il limite di velocità è fissato a 225 km/h, ma l’accelerazione da 0 a 100 km/h avviene in meno di tre secondi. La coppia istantanea da ferma, spinta dall’energia elettrica, è la sua qualità più conturbante. Per lo meno il terreno è asciutto, le famose curve Craner sul bagnato hanno già fatto incespicare piloti di gran lunga più abili di me. Ma, tranquilli, l’auto di Formula E è facile da guidare. Non c’è bisogno di preoccuparsi del surriscaldamento delle ruote né di agitarsi quando si entra in una zona di forte grip aerodinamico data la relativa mancanza di deportanza (in effetti non ce ne è molta poiché la FIA non voleva team che rincorressero vantaggi aerodinamici che avrebbero fatto levitare i costi). Basta schiacciare l’acceleratore e tenersi forte. Il telaio è strepitoso ed è chiaro che su una pista asciutta bisogna farne di strada per sovraccaricare quei pneumatici Michelin. Gli sforzi del team di sviluppo sulla manovrabilità sono palesi: l’auto viaggia, perlomeno finché non si esauriscono le batterie. Se si sente la mancanza dei pistoni che battono nei cilindri o quel cocktail esplosivo di carburante nell’aria? Meno di quanto vi possiate immaginare. L’energia elettrica è un brivido senza interruzioni, un tipo di energia diversa, certamente, ma ancora propulsiva. La sferzata d’aria che circonda l’abitacolo aperto e il rumore dei pneumatici riempiono il vuoto dell’arsenale acustico della vettura. Le auto diventeranno anche più potenti con il miglioramento dell’efficienza della batteria. Una delle prime missioni consistette nel far durare i pneumatici per l’intera stagione (nella stagione 3 invece verranno cambiati) e c’è un sacco di grip. Tuttavia, ciò non impedirà alle auto di slittare per i circuiti stradali polverosi e accidentati, come abbiamo visto nelle prime due stagioni. “Le vetture possono essere molto vivaci su quei circuiti stradali”, afferma Adam Carroll, pilota Jaguar. “Sono molto meccaniche. L’aerodinamica non soverchia il grip meccanico; questo è il motivo per il quale possono effettuare inseguimenti così serrati”. Non è solo una corsa all’innovazione, dunque, ma anche un autentico spettacolo automobilistico. THE JAGUAR 41

 

JAGUAR MAGAZINE

 

Jaguar Magazine celebra la creatività in ogni sua forma: funzionalità esclusive, design raffinati e tecnologie all'avanguardia, per un'esperienza sensoriale unica.

In questo numero scopriremo i maestri brasiliani padri della suggestiva arte della capoeira e gli artisti irlandesi che mescolano tradizioni folcloristiche e nuove culture. Seguiremo inoltre il filo rosso che lega la carta da parati di epoca vittoriana all'iPhone. Per finire, il poliedrico attore e interprete Riz Ahmed ci racconterà perché ha deciso di svelare al mondo la sua vera identità.

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I dati sui consumi forniti sono il risultato di test uffi ciali eseguiti dal produttore in conformità alla legislazione UE.
L'effettivo consumo di carburante di una vettura potrebbe differire da quello ottenuto in questi test e queste cifre hanno un valore puramente comparativo.