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6 years ago

THE JAGUAR #03

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L’ultimo numero della rivista The Jaguar presenta un nuovo ‘cucciolo’, la nuova E-PACE sportiva, pratica e compatta, che attira già l’attenzione sulle strade. A fronte del nostro impegno di elettrificazione di tutte le Jaguar a partire dal 2020, esaminiamo in che modo superare i limiti in pista può contribuire a sviluppare le nostre vetture sportive, iniziando a scrivere la storia dell’automobilismo a Le Mans, passando al Nürburgring con l’estrema XE SV Project 8 e facendo da guida al Campionato FIA di Formula E.

RITRATTO CLASSICO MILES

RITRATTO CLASSICO MILES AHEAD 54 THE JAGUAR

MILES DAVIS DEFINÌ E RIDEFINÌ L’ESSENZA DEL JAZZ. ABITI FASCIANTI, SPETTACOLI STRAORDINARIAMENTE ECCENTRICI ED UNA PASSIONE PER LE AUTOMOBILI LO RESERO UN’ICONA DEL 20° SECOLO TESTI: Richard Williams ILLUSTRAZIONE: Gregory Gilbert-Lodge FOTO: REDFERNS GETTY IMAGES Miles Davis voltava le spalle al suo pubblico, che lo amava per questo. A volte, mentre uno dei turnisti del suo gruppo, ad esempio John Coltrane o Keith Jarrett, continuava a suonare, lui lasciava addirittura il palco. Il suo ragionamento era chiaro. Sosteneva che comportarsi come se gli spettatori non volessero continuare a guardarlo mentre non faceva nulla era da intendersi come un complimento nei loro confronti. Era certo della serietà del loro interessamento alla musica. Ma, ironia della sorte, loro volevano guardare anche quando non faceva nulla, poiché la sua presenza, addirittura i suoi silenzi, donavano anima alla musica e all’intero mondo del jazz. Per un certo periodo alla fine degli anni Sessanta tutti i suoi album riportavano la dicitura “Directions in Music by Miles Davis” sulla copertina. Ciò che per molti poteva sembrare presuntuoso o arrogante, era la semplice verità. Anche così, stava cambiando il corso della storia del jazz per la terza o la quarta volta e ovunque andasse, la gente lo seguiva. Miles Davis iniziò la sua carriera come allievo di Charlie Parker, padroneggiando il complesso linguaggio del be-bop prima di ricusarne la frenetica spigolosità a favore di un approccio più adatto al suo temperamento, qualcosa dai toni più calmi, più lirici, ma che conservava un impellente distacco. Molti iniziarono la lunga marcia per stargli dietro. Con Kind of Blue del 1959, l’album jazz più venduto di tutti i tempi, e Sketches of Spain, dal grandioso tessuto orchestrale, nato l’anno successivo dalla collaborazione con la sua anima gemella musicale, Gil Evans, la sua carriera arrivò in quel periodo ai massimi livelli. Non c’è da stupirsi che Sketches of Spain abbia fatto la sua comparsa in un recente episodio di Mad Men: non è solo la musica di Miles Davis adorata da tutti i Don Draper della vita reale, ma il suo stile. Molti musicisti jazz, in particolare i bebopper, esibivano un look particolare, con berretti, abiti anni ’40 e cravatte dipinte a mano, ma gli abiti sciancrati di Miles Davis e le eleganti automobili sportive (inclusa una Jaguar XJ-S), che simboleggiavano uno spostamento da Harlem verso un atteggiamento più europeo, sembravano il complemento perfetto al rigore e alla raffinatezza delle sue melodie. Le sue automobili erano un’estensione del suo essere e un modo per distinguersi dalla massa. Herbie Hancock, che suonò in uno dei quintetti di Davis, una volta disse: “Il modo in cui si muoveva, il modo in cui camminava, la postura che assumeva quando suonava, quello che usciva dalla sua tromba e le automobili che guidava, tutto aveva il suo stile e faceva parte della sua identità”. Non c’è da stupirsi che Davis avesse scelto la XJ-S, a sua volta un’auto dalle grandi prestazioni, raffinata, affa scinante e allo stesso tempo anticonformista. Avrebbe potuto trascorrere il resto della sua vita volteggiando sul consueto circuito di quei suoni e di quello stile, con molto profitto, ma la sua inguaribile inquietudine creativa governava la sua anima. A metà degli anni Sessanta ingaggiò un gruppo di musicisti di nuova generazione e gli fece da mentore, trasformandoli nella piccola band jazz più incredibilmente creativa mai vista prima. Alla fine di quel decennio ascoltava sia James Brown che Jimi Hendrix, invidiando l’età del loro pubblico; così appese gli abiti gessati al chiodo, voltò le spalle alle ballate e si esibì davanti a 600.000 amanti del rock sull’Isola di Wight. Negli ultimi 20 anni della sua vita affrontò alti e bassi, ma quando passò a miglior vita nel 1991 all’età di 65 anni, ci volle un po’ prima che il jazz ritrovasse la strada che Davis aveva tracciato e seguito per così tanto tempo. Un grande artista, raffinato, elegante e anticonformista: non c’è da stupirsi che la slanciata Jaguar XJ-S fosse in linea con lo stile del suo proprietario, Miles Davis THE JAGUAR 55

 

JAGUAR MAGAZINE

 

Jaguar Magazine celebra la creatività in ogni sua forma: funzionalità esclusive, design raffinati e tecnologie all'avanguardia, per un'esperienza sensoriale unica.

In questo numero scopriremo i maestri brasiliani padri della suggestiva arte della capoeira e gli artisti irlandesi che mescolano tradizioni folcloristiche e nuove culture. Seguiremo inoltre il filo rosso che lega la carta da parati di epoca vittoriana all'iPhone. Per finire, il poliedrico attore e interprete Riz Ahmed ci racconterà perché ha deciso di svelare al mondo la sua vera identità.

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